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Chiesa di Sant'Efisio Martire

La chiesa di Sant Efisio martire,  inizialmente dedicata a Sant’Efisio e Sebastiano, fu costruita a partire dal 1728 grazie a un lascito della benefattrice quartese Maria Piras anche se alcuni riferimenti fanno supporre la sua esistenza già in epoca medioevale.

Con la costruzione della chiesa vennero anche realizzate le strade di collegamento, rinominate nel '900 Via Garibaldi e Via Martini. La chiesa si affaccia sull’omonima piazza.

L'edificio è caratterizzato da una semplicità di linee e da uno stile tardo seicentesco simile a quello di altre chiese minori realizzate in Sardegna.

Rimasta tanti anni in stato di semi- abbandono, ha subito vari interventi di restauro che hanno danneggiato l’apparato murario originale.

Nonostante i rimaneggiamenti documentati nel corso della sua esistenza, la chiesa si presenta prossima all'impianto originario. Realizzata con pietrame in arenaria e mattoni in terra cruda (ladiri), la struttura ha una pianta rettangolare e i prospetti laterali sono sostenuti da contrafforti obliqui.

La semplice facciata, contraddistinta da due volute chiuse in alto con cornici modanate in pietra dove al centro è posto il portone d’ingresso, anch’esso incorniciato da pietra arenaria, è sovrastata da un campanile a vela.

I decori della facciata in pietra sono completamente ridipinti e il prospetto ha perso completamente il carattere stilistico donato dalla pietra arenaria.

All'interno la chiesa ha un'unica navata coperta da una volta a botte scandita da tre archi a tutto sesto. Sull'aula si affacciano due cappelle realizzate in tempi diversi e il presbiterio è coperto da una cupola ottagonale che poggia su un tamburo quadrato.

Tra i contrafforti che sorreggono i tre archi, s’inseriscono due cappelle per lato una delle quali affrescata. La volta è abbellita da un medaglione con i simboli dei santi.

Prima del presbiterio s’innestano altri due ambienti con dimensioni simili alle cappelle, la sacrestia con volta a botte e modanature in pietra sempre ridipinte e un altro ambiente con soffitto a capriata di legno ricostruito alla fine degli anni 90.

Tra gli arredi ancora presenti nell'edificio, troviamo una campana datata 1717, un pulpito ligneo ottocentesco di fattura locale e un gruppo scultorio in legno policromo risalente al primo decennio del 1800 di scuola napoletana, raffigurante il santo Buonaventura e ai suoi piedi due figure incappucciate, che rappresentano la Confraternita di Sant'Efisio costituita il 24 dicembre 1802. Infine, è di qualche interesse un olio su tela ottocentesco dipinto da un pittore popolaresco che raffigura la Vergine del fulmine che protegge dall'alto con il suo mantello azzurro il sottostante villaggio di Quartu minacciato da un temporale.